72° Gruppo I.T. - Araldica & Colori
Nell'autunno del 1958 il personale della Sezione D del 3° Reparto (che poi darà vita alla 72^ Squadriglia IT e successivamente al 72° Gruppo IT), in addestramento negli Stati Uniti sul sistema Nike di prossima assegnazione, sceglie come proprio distintivo un diavolo rosso seduto sul secondo stadio di un missile Nike-Ajax. Lo stemma é completato dal motto "Non mi alzo senza offesa ne' fallisco mai l'impresa", posto entro il bordo dello scudo circolare, per ricordare che i missili vengono alzati sulle rampe di lancio in presenza di aerei ostili e sottolineare la precisione del sistema d'arma. In un periodo non esattamente noto, lo stesso soggetto é anche usato per la realizzazione di un distintivo da tuta in plastica stampata il cui utilizzo pare essere stato di breve durata. In questo caso, il disegno é posto entro uno scudo che riprende la caratteristica forma ottagonale di quello della 1^ Aerobrigata I.T., ad indicare la dipendenza organica della Squadriglia. L'immagine del demone é stata anche interpretata come una rappresentazione di Plutone - il dio degli inferi della mitologia romana, per la quale é peraltro raffigurato con sembianze umane - il cui nome ha costituito a lungo il nominativo radio del reparto. In seguito, però, qualcuno si ricorda che la 72^ Squadriglia Caccia, della quale la nuova unità missilistica ha ereditato le tradizioni, aveva già un proprio emblema e viene ripristinato l'uso dello stemma con il leone rampante. Lo storico soggetto é quindi riprodotto su alcuni edifici della base di Bovolone nonché sulla carta da lettere del reparto e viene inoltre utilizzato per la realizzazione dei primi crest della Squadriglia. Il distintivo é mantenuto sostanzialmente invariato anche dopo la trasformazione del reparto in 72° Gruppo Intercettori Teleguidati. Poi, si hanno alcune modifiche nella grafica e nei colori e, in particolare, intorno al 1965 l'aspetto del felino é modificato, dando vita alla versione che poi risulterà essere quella definitiva, in un primo tempo ancora inserita in un cerchio ed infine in uno scudo di forma sannitica. Oltre ad alcuni crest, con la nuova foggia del distintivo sono realizzati anche modelli in metallo da giacca, utilizzati a partire da un periodo che si può indicativamente far risalire alla fine degli anni settanta, anche in assenza di autorizzazioni ufficiali. L'emblema é infatti approvato dallo Stato Maggiore dell'Aeronautica soltanto il 3 marzo 2002, a seguito di richiesta in tal senso da parte del Gruppo. Il primo distintivo da tuta di cui si ha notizia per il 72° Gruppo I.T., risale alla metà degli anni ottanta, quando la ditta Mach 2 consegna un modello in panno ricamato, con il leone oro chiaro posto entro uno scudo circolare nero. In seguito, altre versioni su fondo rotondo sono realizzate dalla stessa ditta ed anche da altre aziende, con disegno sostanzialmente identico e piccole differenze nei colori e nelle dimensioni. Nei tardi anni ottanta é realizzato il primo stemma in plastica incisa; l’unico tipo da tuta che presenta la forma e la colorazione corrette, con il leone rosso posto entro uno scudo sannitico dal fondo giallo oro. Una versione simile di dimensioni leggermente inferiori e con qualche diversità nelle tonalità dei colori e poi fatta produrre all'inizio del nuovo secolo.
Nella primavera del 2000 viene commissionato alla ditta Mach 2 un distintivo per la 72^ Squadriglia del 72° Gruppo IT, che - in uno scudo rettangolare inquartato - riportata gli emblemi dei quattro Gruppi (72°, 67°, 79° e 65°) già dipendenti dal 17° Stormo IT e dei quali solo il primo è ancora in vita. ll 13 ottobre 2004 lo stemma é autorizzato dallo Stato Maggiore dell'Aeronautica in una versione che presenta uno scudo di forma circolare, conforme alla normativa dell'AM in materia di araldica. In ogni caso, il disegno vuole ricordare che, dopo la soppressione dei detti Gruppi, parte del loro personale è confluito nel 72° Gr.IT, mantenendo vive le tradizioni dei reparti di provenienza. Lo stemma è completato dal motto “Per l’aria buona guardia”, ideato nel 1916 da Gabriele d'Annunzio per le vedette poste a difesa di Venezia durante la 1^ Guerra Mondiale e che sintetizza la missione di difesa aerea svolta dalla Squadriglia.
(a cura di Giorgio Catellani)
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