Storia della Guerra Elettronica 5. Falklands (Malvinas)

 

Diversamente dagli Israeliani, gli Inglesi sperimentarono serie difficoltà in campo G.E.. Gli impianti ECM britannici erano stati concepiti per contrastare l’arsenale sovietico e si rivelarono solo parzialmente efficaci contro i sistemi occidentali in dotazione agli argentini. A causa della mancanza di impianti moderni e di equipaggiamenti G.E. gli inglesi non furono in grado di scoprire il lancio di missili Exocet e Roland, di costruzione francese, perdendo due navi. Ironia della sorte le navi furono distrutte dalle fiamme sviluppatesi dall’eccesso di carburante dei missili, in quanto le teste di guerra non detonarono. La notte del 2 aprile 1982, 150  marines argentini presero terra poche miglia da Port Stanley, la capitale delle Isole Falkland e attaccarono la residenza del Governatore e i quartieri delle truppe britanniche. 80 marines inglesi combatterono per tre ore prima che il Governatore decidesse che ogni ulteriore resistenza era inutile. Questo episodio rappresentò la prima parte dell'Operazione Rosario, l'occupazione militare delle isole Falkland. Al termine del primo giorno, erano sbarcati 2000 marines e soldati su diverse isole, con diverse navi e con velivoli da trasporto C130 e Fokker. Tre giorni più tardi un gruppo di combattimento aeronavale lasciò l'Inghilterra per riconquistare le isole. La guerra che seguì fornì molte lezioni da imparare ad ambedue i contendenti, e tutte riguardavano l'uso dello spettro elettromagnetico e della Guerra Elettronica. La marina inglese stabilì una zona di interdizione nautica del raggio di 200 miglia intorno alle isole. Qualsiasi naviglio o velivolo che fosse penetrato in tale spazio sarebbe stato considerato ostile. Fu prodotto artificiosamente anche un elevato traffico di comunicazioni radio dovuto alla loro "potente flotta di sottomarini" dell'Atlantico meridionale. In realtà nell'area erano presenti solo uno  o due  sommergibili inglesi, ma di questo gli argentini non erano a conoscenza. La maggior parte delle comunicazioni era rappresentato da inganni elettronici. L'effetto fu quello di diminuire l'invio di rifornimenti, di materiali e truppe via nave e di rendere meno efficienti le operazioni aeree.   Domenica 2 maggio, il sommergibile nucleare britannico HMS Conqueror affondò l'incrociatore argentino General Belgrano. Quando fu colpito, il General Belgrano si stava dirigendo verso, ma non dentro, la zona di esclusione. Perirono 368 degli oltre 1000 membri dell'equipaggio. La prima lezione da apprendere del conflitto è la facilità con cui fu affondato il General Belgrano. La nave argentina era totalmente priva di difese antisommergibile e navigava senza una adeguata scorta.  Per colpirla il  Conqueror non mise in campo le sofisticate tecnologie di cui era dotato, ma utilizzò dei semplici  retaggi della seconda guerra mondiale, la sorpresa e la flessibilità. Il sommergibile aveva tallonato il General Belgrano per diversi giorni e decise di attaccare all'approssimarsi della zona di esclusione. L'attacco fu una autentica sorpresa per gli argentini, principalmente a causa della mancanza di dispositivi elettronici di scoperta. Il Conqueror si portò a 1300 metri dall'incrociatore senza che alcuna nave della squadra né rivelasse la presenza. Se gli argentini fossero stati equipaggiati con le adeguate dotazioni di sicurezza antisommergibile, l'esito dello scontro avrebbe potuto anche essere diverso.  La vendetta argentina non si fece attendere. Il 4 maggio 1982 un ricognitore marittimo avvistò due navi inglesi a circa 70 miglia a sud-est delle Falkland. Si trattava della portaerei HMS Hermes e del cacciatorpediniere HMS Sheffield. Lo Sheffield stava operando come picchetto radar in funzione di Early Warning circa 20 miglia ad ovest della HMS Hermes. Fu colpito e severamente danneggiato da un missile Exocet lanciato da un cacciabombardiere di costruzione francese, il Super Etendard, poco tempo dopo l'avvistamento effettuato dal ricognitore.  Come fu possibile che un nave moderna, qual era il cacciatorpediniere tipo 42, fosse stato colto di sorpresa e impreparato da questo attacco? Hanno contribuito diversi fattori. Per cominciare, gli argentini fecero poche cose giuste e gli inglesi né sbagliarono parecchie. Era già diverso tempo che gli argentini effettuavano missioni di ricognizione con velivoli Mirage e gli inglesi si erano abituati alla presenza dei voli. La missione dei Super Etendard era stata pianificata  con un profilo di volo simile a quello dei ricognitori e un pattugliatore informò i caccia bombardieri sulla posizione delle navi. I due velivoli si portarono a quota molto bassa, sotto la copertura radar ad una distanza di circa 25 miglia dalle navi. Per arrivare a 25 miglia dallo Sheffield, l'Etendard impiegò una tecnica chiamata " Pecking the Lobe" (capta il lobo) che serviva a guidare il velivolo verso la nave.   Utilizzando i dispositivi ESM di bordo, stabilirono la direzione e conseguirono il principio della sorpresa. Volando al confine della copertura radar ed utilizzando i dati di direzione forniti dai sistemi ESM, furono in grado di tenere i loro radar spenti e di evitare di essere scoperti fino al momento di lanciare i missili. Una volta raggiunto il punto a 25 miglia dalla nave, cabrarono rapidamente, accesero il radar per fornire al computer dell'Exocet le informazioni sull'obiettivo e spararono il missile. L'Exocet utilizzò le informazioni ricevute dal velivolo per risolvere i problemi della guida iniziale. Il radar del missile rimase silente fino al raggiungimento della fase terminale di volo (homing).

 

Nel frattempo il velivolo si stava già dirigendo verso la propria base. L'equipaggio non fu in grado di vedere la nave, né di conoscere l'esito del lancio. Il missile che colpì lo Sheffield fu avvistato otticamente solo 5 secondi prima dell'impatto. Non c'era più tempo per impiegare le contromisure di bordo. Per fortuna degli inglesi il secondo missile mancò la Hermes. Diversi errori compiuti dagli inglesi contribuirono al successo argentino. Quando gli Etendards accesero i loro radar per guidare i missili, una nave inglese in area, aveva captato le emissioni. L'intercettazione fu immediatamente segnalata allo Sheffield e alla Hermes. L'Hermes la identificò come quella di un intercettore argentino Mirage III, e non di un Etendard. Questo errore comportò una perdita di tempo in discussioni e il pericolo fu drammaticamente sottostimato. Inoltre il fatto che i due velivoli avevano già invertito la rotta fece ritenere agli inglesi che avessero rinunciato ad attaccare. Occorre aggiungere che gli inglesi non erano a conoscenza che gli argentini erano addestrati all'impiego dell'Exocet con gli Etendard. Per tutte queste ragioni non fu data importanza alle emissioni intercettate. Un aspetto ulteriore fu rappresentato dalla circostanza che al momento del  lancio degli Exocet, lo Sheffield era impegnato in comunicazioni via satellite. Le comunicazioni satellitari operavano a frequenze simili a quelle del radar di bordo dell'Etendard e del missile Exocet. L'impianto ESM dello Sheffield (Abbey Hill) non era in grado di rivelare le emissioni del velivolo e del missile perché si era inavvertitamente autoescluso a causa delle concomitanti comunicazioni satellitari. Il sistema radar dello Sheffield era piuttosto antiquato e le condizioni di mare calmo permisero all'Exocet di volare bassissimo e non visto. I lanciatori di Chaff non furono azionati perché il missile non fu visto per tempo. In altre occasioni questi lanciatori furono utilizzati con successo da altre navi inglesi sempre contro gli Etendard e i missili Exocet. Tra le altre gravi lacune c'erano la mancanza di un IWR (Infrared Warning Receiver) e di un ingannatore al passo con i tempi.   Durante lo sbarco a San Carlos, l'HMS Coventry fu impiegata come picchetto radar. In questo ruolo di early warning divenne l'obiettivo di molte bombe argentine e fu affondata. Gli inglese persero diverse altre navi nel corso della guerra, due delle quali a causa degli Exocet. La seconda nave colpita da un Exocet fu il cargo Atlantic Conveyor, che non aveva dotazione di contromisure. La Royal Navy  per provvedere alla sicurezza della flotta aveva schierato una versione dell'elicottero Sea King dotato di un radar di ricerca chiamato Searchwater. Questo radar era operativamente associato al velivolo Harrier armato con missili AIM 9L . Furono lanciati 27 missili AIM9L, 25 dei quali andarono a segno. Gli argentini non avevano nulla di simile. La sicurezza dell'Harrier era affidata ai dispenser  chaff e flares, ALE 40 e a pod ECM appositamente preparati con contrastare i sistemi argentini. Due bombardieri Vulcan furono anche modificati per essere armati con missili antiradiazione AGM-45. Missioni SEAD di successo furono condotte contro i radar di avvistamento argentini di Port Stanley e contro i radar di tiro Skyguard.  Un buon impianto di Early Warning avrebbe potuto prevenire il disastro. Anche gli argentini si trovarono di fronte armi ben conosciute: missili antiaerei Rapier e Stinger che gli inglesi cominciarono ad usare non appena sbarcati, ma dovendo effettuare missioni al limite del raggio di azione dovettero lasciare a terra i pods ECM, riportando severe perdite. Nel settore aria-aria, di fronte all’impiego di missili AIM-9 Sidewinder, le forze aeree argentine si ritrovarono in serie difficoltà. In sostanza durante questo breve conflitto gli argentini ebbero gravi deficienze nel settore ECM, mentre gli inglesi furono carenti nella difesa da missili antinave. Le operazioni britanniche furono severamente limitate dalla mancanza di velivoli AEW (Airborne Early Warning). Le difficoltà inglesi nelle Falkland ed il successo degli israeliani nella valle di Bekaa sono esempi diversi che dimostrano l’importanza che il controllo dello spettro elettromagnetico ha avuto ed ha nel determinare il successo delle operazioni militari.

 

 

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