Storia della Guerra Elettronica . I Centri di Disturbo della Regia Aeronautica

Dopo la tragica battaglia navale di Capo Matapan (28 marzo 1941) ci fu un generale risveglio di interesse per gli apparati di guerra elettronica ed in particolare per i radar e gli apparati di disturbo radar. In generale si continuava a concepire il radar come uno strumento di quasi esclusivo interesse navale; nonostante gli esiti della battaglia di Inghilterra, in Italia ancora non si pensava ad impiantare seriamente un sistema di guida caccia basato sull’uso di radiotelemetri ed appoggiato ad una efficiente rete di radio collegamenti. Non erano disponibili radar per la difesa aerea, né efficaci mezzi radio di collegamento in fonia bordo-bordo e bordo-terra.  Per controbattere il vantaggio dovuto alla disponibilità inglese di radar a Malta, si pensò di concentrare gli sforzi sulla ricerca e sull’impiego dei disturbatori, questo mentre gli inglesi continuavano a perfezionare ed a potenziare i mezzi per la difesa aerea ed i tedeschi allestivano sulle coste della Manica una potente catena di radar su tre allineamenti successivi per difendere il territorio tedesco dalle incursioni notturne alleate. Eppure già dal 1935 il Capo del Governo aveva assistito ad Acquafredda, vicino a Roma, insieme a Marconi a riusciti esperimenti di radiolocalizzazione e nell’aprile del ’41 un radar italiano, tipo EC 3 era riuscito ad avvistare un velivolo CA.314 decollato da Pisa, ad una distanza tra 32 e 80 chilometri. A partire dal 1942 fu incrementata la realizzazione dei C.R.I.R.A. (Centri di Radio Intercettazione della Regia Aeronautica) e dei Centri di Disturbo (C.D.) nei punti dell’Italia meridionale e delle isole dove era più facile l’intercettazione o il disturbo degli apparati elettronici di Malta. Furono realizzati vari tipi di ricevitori a superreazione atti a consentire la esplorazione della gamma d’onda tra 40 cm e 12 metri; con tali apparati fu possibile intercettare ed individuare per la prima volta, all’inizio del 1942, i numerosi radiolocalizzatori di Malta. Seguì un ricevitore più perfezionato da 160 a 220 MHz ed il prototipo di un rice-disturbatore di bordo che non giunse mai ad essere riprodotto industrialmente. La messa in funzione dei centri di disturbo fu ostacolata da impedimenti di varia natura, non ultimo il segreto con cui venivano protetti. Nessuno conosceva il significato della sigla C.D. e molti uffici, incaricati della trattazione delle pratiche del personale la interpretarono come Compagnia di Disciplina e vi assegnarono degli autentici campioni da galera, qualche pazzo e incorreggibili. Prima dell’armistizio furono realizzati quattro centri di disturbo di cui non si ebbe, a riguardo dell’efficacia, chiara nozione durante la guerra. In seguito si seppe che il loro impiego costituì una sorpresa tattica in campo elettronico e creò serie preoccupazioni al nemico. I tecnici e gli operatori radar inglesi inizialmente avevano scambiato il disturbo provocato dai C.D. come disfunzioni del radar stesso e pertanto, tutte le volte che l’apparato era soggetto all’azione di disturbo esso veniva messo in manutenzione per avaria. In effetti i disturbi radar non furono mai effettuati con carattere di continuità, ma bensì solo occasionalmente, almeno fino a che si pensò di usarli intensivamente solo in occasione dell’operazione di sbarco a Malta. Le apparecchiature di disturbo, prodotte con mezzi artigianali ed impiegando componenti tedeschi, quali le valvole della Telefunken, furono: Alfa, Beta, Gamma e Delta. Mentre i primi erano solo dei ricevitori a supereterodina, quelli più  avanzati furono rice-disturbatori a superreazione. Quando erano sintonizzati in modo da consentire di ricevere in cuffia la cadenza degli impulsi di un radiolocalizzatore (radar), essi reagivano e si trasformavano in generatori di treni di onde di frequenza all'incirca uguale a quella in ricezione, disturbando così la ricezione del radar intercettato. Il C.D. 1 di Noto (Sr) entrò in funzione, il C.D. 2 di Monte Renna entrò in funzione il 20 luglio 1942 e si dimostrò molto efficace; il C.D. 3 di S. Maria di Leuca riuscì a funzionare per un pò prima dell'armistizio, il C.D. 4 di Cefalonia non entrò mai in funzione, mentre il C.D. 5 di Ustica non fu neanche portato a termine; infine il C.D. 6 di Ischia riuscì a funzionare per un breve periodo di tempo.

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