Campo di Fortuna di Bovolone - 1. Cenni storici

1930. Iniziano i lavori per la costruzione dell'aeroporto Il 28 ottobre del 1928, il t. col. C. Gastaldi del 21° Stormo, comunicava al Podestà di Bovolone che una commissione di ufficiali si sarebbe recata sul posto per individuare un’area adatta alla costruzione di un campo di aviazione di emergenza. Il 28 aprile 1929, con Decreto Ministeriale a firma di Italo Balbo, (Gazz. Uff. del Regno d'Italia n. 107 del 7 maggio 1929) fu decisa la costruzione del "Campo di Fortuna" di Bovolone, al di là del Dosso dei Baldoni, sulla strada che conduce ad Oppeano. L’art. 1 del decreto recitava in tal modo: “E’ istituito il Campo di Fortuna di Bovolone, in provincia di Verona, la cui precisa ubicazione ed ampiezza risulta dall’annessa planimetria.” Nel successivo articolo venivano elencati i lavori necessari: “Per la costituzione e la sistemazione del suddetto Campo di Fortuna debbono eseguirsi le seguenti opere: Abbattimento di 200 piante di gelso e salici, colmatura di canaletti d’irrigazione, costruzione di una conduttura sotterranea per convogliare le acque d’irrigazione necessarie alle zone limitrofe, agguagliamento, semina e rullatura di tutta la superficie del Campo, costruzione dei segnali di atterraggio e del nominativo del campo, impianto dell’antenna per segnalazioni con manica a vento. Tali opere debbono compiersi entro il termine di mesi quattro a datare dal presente decreto.” In un appunto in risposta ad una lettera del ’11 maggio 1929 per il Comando della II Zona Aerea Territoriale, si precisa che tutti i lavori nonché i progetti relativi per l’istituzione dei Campi di Fortuna debbono essere eseguiti a cura e spese dell’Amministrazione Provinciale. Si precisa anche, nella stessa lettera, che l’imposizione di servitù non implica la corresponsione di speciali indennità a favore dei proprietari colpiti dalla servitù, stessa ma solo un indennizzo per l’abbattimento degli ostacoli precisati nell’articolo 2 del decreto (alberi, canalizzazioni). La costruzione del campo iniziò subito dopo, probabilmente nella stessa estate del 1929 o al massimo nella primavera successiva, e fu affidata alla ditta Zorzella di Cerea. I campi appartenevano alla ditta Fadini Albino fu Bortolo al quale, fu successivamente rimborsata la somma di lire 7824,54. Il 14 agosto del 1930 si riunì, sul campo stesso, la commissione di collaudo nominata dal Ministero della Regia Aeronautica, dopo aver percorso in lungo e largo il Campo, constatò che i lavori previsti erano stati regolarmente eseguiti. La superficie del campo fu trovata ben spianata e ricoperta quasi completamente di una buona cotica erbosa per cui si sarebbe prestata senza inconvenienti alla partenza ed all’atterraggio di velivoli. Si segnalava l’opportunità di eseguire nell’autunno successivo una erpicatura e la semina con erbe adatte allo scopo e ciò per eliminare i piccoli difetti riscontrati. Nell’elogiare l’Amministrazione Provinciale per il buon lavoro svolto, la Commissione non manca di ricordare che tutti i lavori previsti dovranno essere a carico della stessa. Nell’archivio comunale di Bovolone è conservata anche una domanda di Primilio Puttini di Cerea, che chiede di avere il posto di custode al campo di fortuna. Posto che sembra abbia ottenuto. Nel maggio del 1932 si apre il capitolo della cessione allo Stato (Demanio) del campo di fortuna, così come previsto da una precedente legge statale. La Provincia di Verona non intende cedere e vorrebbe mantenere la proprietà dei terreni concedendo allo Stato solo l’uso, nonché la manutenzione e la custodia. Scrive il senatore Messedaglia, presidente della Provincia di Verona: “ L’Amministrazione Provinciale ritiene che lo Stato abbia diritto di usare del campo di Fortuna di Bovolone così e come un usufruttuario usa del suo diritto: Che allo Stato incombano le quote salvo la quota da addebitare alla nuda proprietà che resta alla Provincia, che il prodotto sfalcio d’erba spetti alo Stato come quello che è in diretta relazione col funzionamento tecnico del campo. Qualora in futuro dovesse cessare la destinazione dei terreni in Bovolone dalla Provincia acquistato a campo di fortuna, i terreni stessi rientreranno in piena e libera proprietà provinciale.”. Il 25 maggio 1932 l’Ufficio Centrale del Demanio del Ministero dell’Aeronautica invia alla Direzione Territoriale del Demanio della II Z.A.T la lettera di risposta destinata a chiudere la vertenza e a realizzare compiutamente il passaggio della proprietà: Secondo quanto comunicato (…) con foglio 23 aprile 1932 (…), l’Amministrazione Provinciale di Verona non darà corso alle operazioni di consegna del Campo di Fortuna di Bovolone fino a quando la Regia Aeronautica non avrà: a) stipulato per il corrente anno il contratto di fitto dei terreni di sedime del suddetto campo. b) assunto l’impegno di corrispondere una quota parte dell’importo delle espropriazioni e dei lavori eseguiti. Innanzitutto l’amministrazione Provinciale di Verona, negando la consegna del campo, impedisce alla Regia Aeronautica la disponibilità dell’immobile aeroportuale e si addossa la responsabilità di tutti gli inconvenienti che potranno derivare dalla dichiarata sua inazione nei riguardi della gestione, della tutela e conservazione dell’immobile e dalla forzata inazione della Regia Aeronautica, tanto più che non pochi sono gli accorgimenti tecnici consigliati da questo Ministero (…) per il normale e tranquillo uso aeroportuale dell’immobile. Ma oltre queste considerazioni contingenti, occorre rilevare che codesta Amministrazione provinciale in contrasto con le disposizioni legislative, in quanto (…) del T.U. sulla finanza locale dispone tassativamente che “il funzionamento dei Campi di fortuna dal 1 ° gennaio 1932 è trasferito dalle provincie allo Stato”; nessun privato interesse dell’Amministrazione provinciale può prevalere all’interesse pubblico del regolare “funzionamento” del campo di fortuna (…). Epperò la consegna va fatta senza indugio, essendo ormai trascorsi circa cinque mesi dalla data fissata per legge. (…) Si, conclude: è inderogabile che codesta Amministrazione Provinciale di Verona consegni il campo predetto senza indugio e mediante atto di consegna nella solita forma ormai accettata da tutte le Amministrazioni provinciali del Regno; la richiesta a titolo oneroso inoltrata dalla stessa Amministrazione non possono prendersi in considerazione. Il 3 giugno 1932 si procede alla stesura del verbale di consegna del campo al Demanio. Nello stesso, oltre ai riferimenti catastali, si può leggere che esistono le segnalazioni prescritte e cioè: il nominativo del campo in calcestruzzo. I due T di atterraggio uno dei quali, quello a nord deteriorato in superficie dall’azione del gelo. Il cerchio distintivo dei Campi di Fortuna. L’antenna a traliccio in ferro a braccio fisso per manica a vento. Un portale di ingresso in muratura con cancellate in ferro e bianchetta pure in ferro: Casa rurale di 8 vani (4 inferiori e quattro superiori) ad uso abitazione: Adiacente a detta casa una stalla per 20 capi bovini circa e sovrapposto fienile; a lato della stalla un porticale con grande apertura di ingresso a volto. La casa è dotata di aia in cemento e pozzo. Essa è in stato di uso normale da contadini, completa di porte, vetri, camini e secchiaio. Il campo è coltivato a prato in ottime condizioni di inerbamento e di livellazione ed è circondato da fosso per quasi tutta la sua periferia eccetto che per un tratto di circa m. 160 sul lato est nel quale non ha alcuna chiusura e per altri m. 160 nei quali è delimitato da una canaletta per irrigazione in cemento. Nel dicembre del 1932 il Prefetto di Verona accoglie la richiesta della Provincia di Verona e le proprietà insistenti sul sedime aeroportuale vengono definitivamente espropriate. Il 20 ottobre 1933 la Provincia di Verona cede allo Stato la proprietà di 374401 metri quadrati di superficie, suddivisa in 13 particelle catastali. Cessione definitivamente conclusa nel febbraio del 1934. Nel frattempo il bovolonese Lattanzio Bellinazzi è custode del campo al posto del Puttini. Il campo è frequente meta di ragazzi attirati dalla presenza di apparecchi di passaggio, e il rischio di incidenti inizia a diventare rilevante. La questione era stata già sollevata nel 1931 in occasione di alcune esercitazioni e il podestà aveva richiamato i genitori ad una più attenta sorveglianza. Nell’ottobre 1933 il maggiore A. G. Cacciola affigge sui muri del paese il divieto assoluto di entrare nel recinto del campo pena sanzioni penali previste dall’articolo 682 del Codice Penale. Il campo di fortuna di Bovolone era uno dei 287 "campi di fortuna" esistenti in Italia nel 1939. I campi di fortuna erano aeroporti destinati ad essere utilizzati in caso di emergenza e posti dunque lungo le principali rotte aviatorie. Il primo documento che testimonia attività di volo sul campo di Bovolone risale all'estate del 1933. Si tratta dello stralcio dei voli compiuti dal Capitano Willy Bocola (80^ Squadriglia). L’8 agosto, Bocola compie un volo da Udine (Campoformido) a Bovolone e ritorno, quasi sicuramente con un CR. Asso, due ore di volo complessive. Il giorno successivo atterra nuovamente sul campo del basso veronese, per raggiungere in seguito Padova. (Ufficio Storico Aeronautica Militare). Il 3 agosto 1934 il ceretano sergente pilota Mario Tarocco decolla da Ferrara con il 1° Av. Montatore Mario Cerini e dopo un volo di 70’ atterra a Bovolone da cui riparte con un nuovo compagno, il 1° Av. Armiere Rinaldo Miglietta per Ferrara. Il 6 agosto Tarocco fu di nuovo a Bovolone con a bordo l’Av. Sc. Motorista Sebastiano Tessanderi, sempre sul biplano BR.3. Sempre nel 1934 il campo fu oggetto di una ispezione e lo stesso appare pienamente funzionante in una foto del luglio 1935. Una nota ci informa che la parte utile misurava metri 800 x 560 con la possibilità per cinque velivoli di atterrare simultaneamente. Più tardi furono realizzati il deposito carburanti nell’angolo sud est, l’impianto idrico e l’impianto elettrico. Non prima del 1938 fu costruito un hangar lungo la perimetrale per Oppeano. La pista di volo aveva orientamento sud ovest-nord est. Nel 1937 fu attivata la Scuola di Volo senza Motore che rimase in funzione fino al settembre del 1943.

 

 

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