1^ Aerobrigata  - La Stampa - Ali Nuove 15 aprile 1959 - Nike all'Aviazione Italiana

Si è concluso in questi giorni l'accordo intercorso tra i Governi d'Italia e degli Stati Uniti, relative alla fornitura di missili teleguidati per la difesa controaerea del nostro territorio. Divenuto operante, l'accordo, stipulato nel più vasto quadro degli armamenti NATO,ha fatto si che alcune settimane orsono a Venezia un piroscafo della U.S. Navy scaricasse ii primo lotto di missili superficie¬aria Nike-Hercules. Questo semplice avvenimento, che purtuttavia ha destato tanto scalpore nel nostro Paese, non è il frutto di una decisione avventata o di un servilismo politico; ma è il logico risultato di una visione chiara e, soprattutto, bene impostata degli attuali problemi difensivi e bellici in genere. La svolta decisiva che la tecnica bellica ha oggi preso rendeva necessario un adeguamento del nostro esercito a quello delle altre Nazioni, ben più avanzate della nostra: ciò è stato fatto, e non può non renderci soddisfatti. E seppure i missili che useremo non sono di concezione e di fabbricazione italiana, purtuttavia essi varranno a liberarci della umiliante sensazione di dover ricorrere ad altri per farci difendere, nel caso di un'aggressione contro il nostro Paese. Con Ia fornitura di missili Nike-Hercules, abbiamo compiuto un nuovo passe nel rammodernamento delle nostre Forze Armate, passo che verrà seguito da altri, man mano che anche le truppe terrestri e la Marina usufruiranno di questi mezzi di combattimento. I missili superficie-aria di nuova dotazione saranno assegnati all'Aeronautica Militare, non perchè questa Arma tanto gloriosa goda di simpatie particolari, quanto perchè tale categoria di missili non costituisce altro che l'ulteriore sviluppo della caccia da intercettazione; uno sviluppo, potremo dire, soltanto iniziale, però, in quanto è già previsto che missili intercettori di portata ben più importante sostituiranno in un secondo tempo gli attuali Nike-Hercules. Reparti della nostra Aeronautica hanno quindi già ricevuto i primi “Nike”; reparti già preparati al loro uso e reduci da un duro e fruttuoso addestramento compiuto in due riprese, la prima presso la Scuola di Missili Teleguidati dell'Arsenale di Redstone, Alabama, per quanto concerne la manutenzione, la riparazione ed il montaggio degli ordigni, la seconda presso il Centro Addestramento di Fort Bliss, nel Texas, per l'impiego effettivo. Originariamente, tuttavia, i corsi erano stati effettuati sui missili Nike-Ajax, che si prevedeva avrebbero costituito il nerbo dello schieramento missilistico contraereo italiano; dato il rapido invecchiamento che questi missili hanno però subito negli ultimi tempi, è stato ritenuto opportuno sostituirli con i più moderni Nike-Hercules; sarà bene, comunque, che nel presentare ai lettori di ALI n il nuovo poderoso mezzo della nostra Aviazione, si accenni a quella che è stata la storia dello sviluppo ed il brillante stato di servizio di entrambe le versioni.

Le origini

L'esigenza di un missile contraereo teleguidato venne intesa dagli Americani più che a seguito dei successi tedeschi in questo campo (in quanto i “ Wasserjall” ed i “Rheintochter” non fecero a tempo a passare all'impiego operativo), dall'impiego sempre più largo che i Giapponesi facevano nel Pacifico di aerei kamikaze e bombe volanti pilotate. Nonostante l'infernale fuoco di sbarramento che gli Americani, ai quali davvero non mancavano armi e munizioni, creavano di fronte ai coraggiosi piloti suicidi del Sol Levante, era inevitabile che una certa percentuale di questi riuscisse a passare. Gli effetti materiali erano naturalmente notevoli, ma ben più disastrosi dovevano essere gli effetti morali sulle truppe che si vedevano piombare addosso un urlante carico di bombe, guidato da una mente lucida e disumanata. Preoccupandosi quindi per ii futuro della propria flotta, la Marina americana diede per prima il segnale della ricerca di un ordigno controaereo, concretato qualche anno dopo la fine della guerra nel “ Lark”; l'Esercito dal canto suo, anch'esso sottoposto agli attacchi dei kamikaze e quindi in qualità di... possibile bersaglio, aveva commissionato ai suoi laboratori un ordine del genere. Si era già nel 1945. Un anno dopo venivano compiuti i primi esperimenti.La bomba atomica fatta esplodere in Russia nel 1948, mise però addirittura le ali alle mani ed ai cervelli dei progettisti; erano già passati i tempi dell'idillio tra gli alleati occidentali ed i Russi, e questi si rivelavano chiaramente intenzionati ad estendere la loro egemonia su tutto l'orbe, ricorrendo anche, dove occorresse, all'uso della forza. Ciò rendeva quanto mai d'attualità il problema del missile controaereo teleguidato, in quanto la minaccia potenziale di una bomba atomica, esigeva il potenziamento della difesa controaerea, rendendola totale. Nel 1949, a White Sands, fu quindi lanciato il primo esemplare della serie dei “Nike”; il missile era praticamente identico a quella che sarebbe stata poi la versione definitiva, differendone soltanto per il booster. Questo era corto e tozzo, a forma piramidale — per lo meno questo era l'aspetto che gli davano le grosse pinne. Più tardi il booster venne riprogettato e, alquanto snellito e sfinato, concorse a dare al “Nike-Ajax” la linea slanciata che ben conosciamo. Fin dalle prime prove di lancio il “Nike” la cui denominazione ufficiale era quella di XSAM-A-7 Nike-Ajax, (pieno mondo classico, come si vede), impressionò gli osservatori dell'Esercito che avevano assistito agli sperimenti. Fatto per contrastare l'allora più temibile bombardiere russo che si conoscesse, il Tu-4, praticamente la versione sovietica del B-29, il “Nike-Ajax” fu direttamente provato contro delle “Fortezze Volanti”, dei radioguidati. I risultati furono sbalorditivi. Il missile, lungo sei metri (booster compreso), si arrampicava fino ad oltre 18.000 metri alla velocità di più di 2000 km/h; il suo raggio d'azione si estendeva fino ad almeno 35 km. La decisione di iniziarne la produzione in serie venne immediatamente presa, tanto che alla fine del 1952 già ne esistevano negli Stati Uniti oltre 1.000 esemplari in versione operativa. All'aspetto il “Nike-Ajax” si presentava, lo abbiamo detto, molto elegantemente, grazie anche alla particolare verniciatura che gli yeniva data. Nero il booster e di un colore latteo il missile vero e proprio; questo era un lungo fuso cilindrico, leggermente rastremato alla estremità inferiore dove c'era il raccordo con il razzo propulsore e terminante in un'ogiva tronco conica molto allungata. A poco sotto della metà s'innalzavano lungo il suo dorso quattro pinne triangolari, con funzioni stabilizzatrici disposte ad angolo retto fra loro: la loro apertura era minima — non superavano in totale il metro e trenta — ma erano molto allungate. Avanti a queste pinne, andando dalla coda verso l'estremità anteriore, c'erano altre quattro pinne, simili in tutto alle altre, ma di dimensioni minime, ed infine ancora altre quattro aventi funzioni direzionali analoghe a quelle della formula canard. Le piccolissime pinne centrali costituivano in realtà solo il profilo aerodinamico delle antenne dell'apparato di guida. Quest'ultimo a sua volta, costituiva, neanche a dirlo, la parte veramente rivoluzionaria dell'intero complesso: era stato sperimentato per la prima volta solo nel 1951, ed era nato principalmente dagli studi compiuti nei Bell Telephone Laboratories, benchè in seguito la costruzione fosse stata realizzata dalla Western Electric. Era del tipo definito Radar Command Guidance System e ne accenniamo per sommi capi ii funzionamento: un radar intercetta il bersaglio, l'aereo da abbattere, e lo segue tenendolo inquadrato nel suo fascio d'onde; da questo radar un cavo sotterraneo porta i dati ottenuti ad una calcolatrice elettronico che elabora questi dati e li fornisce ad un altro radar che segue ii missile da quando questo è stato lanciato; in modo che qualsiasi variazione nella rotta, velocità e quota dell'aereo da colpire viene presa in considerazione ed opportunamente elaborata sotto forma di segnali che, trasmessi al missile, ne variano la traiettoria, fino a che questa non coincida col bersaglio stesso. E' un sistema piuttosto complesso e macchinoso, ma di altissima precisione; nella difesa controaerea americana viene integrato da radar a lunga portata che avvistano i bersagli e li “passano” ai radar che li devono tenere sotto controllo. Quest'intero complesso viene denominato Missile Master, ed è stato messo a punto dalla Martin.

Motori del "Nike

Il “Nike” supera i Mach 2, sia pure di poco; questa altissima velocità è raggiunta mediante un motore-razzo a propellenti liquidi, che resta acceso per un massimo di 35 secondi, elaborato dalla Bell Aicraft e dalla Aerojet General. La miscela è costituita da cherosene e acido nitrico rosso fumante: l'impiego di propellenti liquidi ha fatto naturalmente guadagnare qualche cosa in potenza al razzo, ma ne ha complicato le operazioni di rifornimento, tra l'altro rendendone difficile l'impiego a ridosso della prima linea, cosa cui si tentò di arrivare, non sappiamo però con quale successo, mediante l'adozione di speciali rampe semoventi e un sistema di autocarri contenenti serbatoi per i liquidi e il sistema di guida (radar e calcolatrice elettronica). Il booster, un lungo cilindro fornito di tre pinne caudali trapezoidali, è invece a combustibile solido, prodotto dalla Hercules Powder. La sua praticità estrema lo ha fatto adottare anche per molti razzi sperimentali e da ricerca scientifica, tra i quali ricordiamo i NACA a 4 e 5 stadi (su quest'ultimo vi erano anzi due booster di “Nike” collocati in serie), ed i razzi “ Asp”, “Deacon” e “ Cajun”, che vengono perciò in questi casi denominati “Nike-Asp”, “ Nike-Deacon” e “Nike-Cajun”. A puro titolo di curiosità accenneremo qui alla straordinaria complessità del missile, composto di ben un milione e mezzo di parti diverse! Anche i costruttori furono diversi, oltre quelli già accennati, ma l principale appaltatore è stato ed è tuttora la Douglas, per cui il “Nike-Ajax” viene considerato un prodotto Douglas; a tutt'oggi la ditta di Santa Monica ne ha costruiti oltre 10.000. L'ordigno è ora largamente rappresentato nella difesa controaerea del territorio americano e difende in particolare, oltre numerosi centri industriali, dighe, arsenali ecc., più di 40 grandi città. Particolarmente note sono le batterie poste a difesa di Nuova York, i cui missili sono un po' retoricamente definiti “Sentinels of New York” e recano questa dicitura anche sul loro fuso. Ogni batteria di “Nike” è composta da dodici rampe, ognuna delle quali, tranne nelle installazioni campali, e posta in un sotterraneo e munita di un ascensore che la reca in superficie al momento in cui deve essere impiegata. Adoperano “Nike” per la propria difesa controaerea anche il Canada, la Turchia, la Cina Nazionalista e la Germania; naturalmente soltanto nella prima di queste nazioni i missili sono in dotazione ai reparti nazionali, mentre nelle altre sono reparti americani che si occupano del loro impiego. L'Italia sarà quindi la prima Nazione europea facente parte del Patto Atlantico che adopererà i “Nike” in proprio, naturalmente però, come dicevamo, quelli del tipo più recente: i “Nike-Hercules “.

L’ ”Hercules„

Se il “ Nike-Ajax”, ordigno progettato nel 1946 e realizzato nel1951 poteva essere considerato un'arma sufficiente fino a che la minaccia era costituita dagli accennati Tu-4, l’avvento dei bombardieri a getto ne ridusse sensibilmente l'efficacia. Si decise perciò di migliorare il “ Nike”, anzi, addirittura di riprogettarlo in una nuova versione che, effettivamente, non ha nulla in comune con la prima. Il nuovo “Nike”, dapprincipio denominato semplicemente “Nike B” ebbe in seguito come denominazione ufficiale quella di SAM-A¬25 “Nike-Hercules” e questo nome di Ercole pensiamo che lo meriti davvero. Le sue dimensioni sono notevolmente superiori a quelle del predecessore, non tanto per I'altezza, quanto per il diametro e per i booster; questi sono identici a quelli del Nike-Ajax., ma sono quattro, uniti in fascio. Il fuso dell'ordigno vero e proprio che essi sospingono ha un diametro doppio di quello dell' Ajax, e quattro lunghissime pinne a delta, muniti inferiormente di “elevons “ e sormontate superiormente, al punto del raccordo con il fuso, da quattro piccolissime pinne della stessa forma con funzioni di antenne. Gli impennaggi dei booster sono quadrangolari. Ma la grande novità dell' Hercules è I costituita dal motore-razzo, a propellenti solidi; questo motore è stato elaborato dalla Thiokol e consente al missile, in unione alla poderosa spinta dei razzi impulsori, di superare i Mach 3,3. Praticamente, per dirla con quellaùche è l'opinione corrente dei responsabili dei missili USA, non esiste attualmente un aeroplano che ii Nike-Hercules non possa raggiungere ed abbattere. L'ordigno è inoltre in grado di portare anche una testa bellica formata da una bombe atomica, il che lo renderebbe particolarmente micidiale se impiegato contro una formazione di aerei. Per tomare al motore del missile, noteremo che, onde fornire doti di maneggevolezza alto stesso, occorreva spostare il baricentro molto in avanti, cosa che i combustibili solidi rendevano molto difficile; la Thiokol ricorse quindi ad un espediente inusitato, collocando lo ugello di scarico in cima ad un lungo tubo, che attraversa circa meta del missile per far capo alla camera di combustione. Il diametro ridotto di questo tubo (come I'ugello) ha consentito che le apparecchiature di guida dell'ordigno potessero venirgli installate intorno, in senso radiate alla circonferenza del fuso. Per la guida dell' Hercules sono state utilizzate, con qualche lieve modifica, le stesse apparecchiature dell'Ajax: e del resto ciò è logico, in quanto, nonostante la diversità notevole, il Nike-Hercules non rappresenta altro che il naturale sviluppo dell'”Ajax”. Inoltre tutti i sistemi radar di avvistamento delle singole batterie sono stati organizzati, ed in parte sono ancora in fase di organizzazione, su scala nazionale, in modo da evitare, dato l'elevato raggio del missile (120 km) ed il suo alto costo (non meno di 25-30 milioni di lire per esemplare), che su uno stesso bersaglio possano venire indirizzati più o meno simultaneamente due ordigni. L'efficacia dell'”Hercules” si ritiene tale che una batteria di questi missili viene equiparata ad almeno 40 batterie dei convenzionali cannoni da 90 mm che tutt'ora equipaggiano alcuni reparti americani e la quasi totalità di quelli europei. Sembra anche, ma non è accertato, che il missile sia fornito di un sistema di guida semi¬attivo che entra automaticamente in funzione ad una certa distanza dal bersaglio.

L' impiego

L'avvento dei “Nike”, entrambi, perché i ”Hercules”, pur capace di tali e tante prestazioni non soppianta in tutto il precedente ordigno che può essere utilizzato in casi particolari, ha rivoluzionato i tradizionali metodi di difesa controaerea. Ma mentre l'ha resa più completa, quasi totale, diremmo, sempre per quanto riguarda aerei o missili del tipo “alato”, come lo “Snark” ed il “ Matador”, l'ha anche complicata: perchè non basta avere installata una batteria di Hercules per essere sicuri, ma occorrono reti di avvistamento radar che possano coordinare l'azione dei missili e segnalare tempestivamente alle batterie l'avvicinarsi del bersaglio. Inoltre, mentre questo genere di ordigni sostituisce benissimo l'artiglieria controaerea, non può parimenti sostituirsi all'intercettore a lungo raggio. Perchè quindi una difesa controaerea sia ben salda e difficilmente scardinabile, occorre che i Nike vengano integrati con missili intercettori a lungo raggio quali sono ad esempio i Boeing IM-99 “Bomarc”. Pertanto la fornitura di alcuni battaglioni (o stormi - non sappiamo quale denominazione verrà adottata) di Nike non deve far ritenere che la difesa del territorio nazionale sia bell'e pronta, e completata, ma anzi deve invogliare a renderla veramente efficace appunto integrandola opportunamente con intercettori a lungo raggio (il Lockheed F-104 “Starfighter”) e missili del tipo del “ Bomarc”. II criterio d'impiego dei Nike si può infatti stabilire grosso modo in questa maniera: “Nike-Ajax” - prime linee (contro aerei e missili ricognitori); piccoli centri e Comandi tattici; aeroporti; nodi ferroviari ed, in genere, qualsiasi tipo di obbiettivo tattico oppure quegli obbiettivi ben collocati dentro il territorio da proteggere, in modo da poter contare an di un controllo preventivo dell'incursore. “Nike-Hercule” - grossi centri industriali e demografici, Comandi di particolare importanza, porti, teste di ponte e di sbarco. Vige anche per quest’ultimo ordigno la considerazione che dianzi facevamo, e cioè che non può essere considerato assolutamente efficiente se non integrato da missili intercettori a lungo raggio che frenino la penetrazione avversaria: già attaccato ed esattamente controllato, onde evitare che sia pur uno degli attaccanti li possa scavalcare e portare a termine la sua incursione, il che, in tempi di bombe all'elio, al cobalto ed all'idrogeno, si potrebbe concludere con risultati ben facilmente immaginabili. Si è anche accennato recentemente al “ NiKe-Zeus”: questo non è il terzo e più impegnativo missile della serie — almeno cosl sembra — ma soltanto un elaboratissimo sistema di difesa, che utilizzerebbe come missile base il già accennato “ Nike-Hercules”. II “Nike-Zeus”è tuttora in fase di realizzazione e, ovviamente, ben protetto dal manto del segreto militare. Comunque sia, diamo il benvenuto ai poderosi “ Hercules” appena giunti in Italia; ed auguriamoci che la loro presenza (e quella dei missili balistici che entro l'anno verranno a tener loro compagnia), sconsigli chiunque dal minacciare l'operosa pace del nostro Paese. (Foto Usis.) CESARE FALESSI

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