Sviluppo, Produzione e Dispiegamento del Sistema Nike Ajax- 1. Origine del Progetto

Capo S. Lorenzo ASP 1972 Agli inizi del 1944, più di un anno prima dalla fine del secondo conflitto mondiale, i servizi di intelligence USA segnalarono che in Germania erano in fase avanzata di sviluppo grossi proiettili a razzo con una gittata superiore alle 100 miglia, e che presto sarebbero entrati in servizio. Considerato l’elevato valore potenziale di simili armi, le autorità americane decisero di sviluppare un programma per un missile a lunga gittata. Di conseguenza, nel febbraio del 1944, l’esercito emise una richiesta di fattibilità per il progetto di un arma a razzo antiaerea, controllata da terra e di grosso calibro. A quel tempo esistevano ancora dei rilevanti problemi per la realizzazione di un arma di quel tipo, dovuti a questioni tecniche di base che la ricerca non era ancora in grado di risolvere. Nei successivi tre mesi furono condotti degli studi che misero in luce la necessità di avviare un programma a lungo termine per lo sviluppo di un missile guidato e perciò, nel giugno del 1944, fu deciso di avviare un progetto di ricerca di base (Long Range Rocket and Launching Equipment, Initiation of Development Project, Approved, 1 jun 1944). Nel frattempo, verso la fine della guerra, era diventato sempre più evidente che i nuovi velivoli da bombardamento, dotati di alte velocità e capacità di raggiungere quote operative molto elevate, con la possibilità di effettuare il tiro anche in fase di manovra, ponevano grandissimi problemi di efficacia per l’artiglieria contraerea convenzionale. Le limitazioni di quest’ultime cominciavano ad essere evidenti, infatti,  anche contro velivoli a bassa velocità. L’unica soluzione sembrava essere quella di puntare allo sviluppo di una nuova arma: un missile in grado di essere guidato da terra contro il bersaglio. L’apparizione nei cieli d’Europa, verso la fine del 1944, dei modernissimi velivoli da caccia a reazione tedeschi, creò inoltre un immediato bisogno di un sistema tattico antiaereo in grado di contrastarli. Sebbene fossero stati condotti, nel passato, degli studi sulla fattibilità di armi guidate a razzo antiaeree, tuttavia gli sforzi principali, fino ad allora, erano stati destinati ai sistemi superfice-superfice di lunga gittata, come il Corporal.  Con il nuovo scenario operativo si decise di mettere immediatamente in cantiere lo sviluppo di uno specifico sistema d’arma antiaereo. Il 26 gennaio 1945 l’Esercito americano approvò l’avvio del progetto e affidò al Bell Telephone Laboratories l’esecuzione di uno studio formale per la determinazione delle caratteristiche tecniche di un missile guidato antiaereo. Allo stesso tempo l’aviazione fu incaricata di studiare lo stesso problema per un missile dotato di ali. Il Progetto Nike divenne in essere l’8 febbraio 1945, con la stipula di un contratto con la WeCo (Western Electric Company), cui faceva parte la Bell T. L.. Nello specifico venne richiesto di esplorare la possibilità di realizzare un sistema di difesa antiaerea missilistico in grado di ingaggiare velivoli dotati di alta velocità (600 mph, sul modello del B-29), volanti a quote comprese tra 20 e 60 mila piedi e in grado di manovrare fino a 3g a 40.000 piedi. Il sistema doveva garantire inoltre una portata utile di 60.000 piedi sul terreno. Il 14 maggio 1945, BTL rese noti i risultati degli studi di fattibilità nel corso di un presentazione a circa 70 tra ufficiali e civili dell’Esercito. I risultati furono poi formalizzati in un documento del 15 luglio 1945 (AAGM Report, A Study of an Antiarcraft Guided Missile System). Il documento dichiarava che esistevano buone probabilità di realizzare il sistema richiesto, tenuto conto dell’evoluzione delle tecniche radar e del calcolatore elettronico, avvenute nel corso della guerra, e tenuto conto delle poche conoscenze acquisite sul volo supersonico. Il progetto proposto si basava su due considerazioni primarie: Primo, per sviluppare il nuovo sistema d’arma, il progetto doveva essere basato su tutte le nuove tecnologie, metodi e dispositivi conosciuti nei vari campi ingegneristici, senza aspettare il completamento di ricerche sperimentali ancora in corso. Il secondo assioma precisava che la maggior parte dei sistemi complessi doveva essere basata a terra, lasciando il missile il più semplice ed affidabile possibile. Per il primo assioma, ad esempio, si propose di utilizzare un combustile liquido per il sistema di propulsione, piuttosto di altri teoricamente superiori ma ancora in fase di ricerca, mentre per i radar del sistema di guida, occorreva realizzare diversi ordini di miglioramento, rispetto ai sistemi attuali, per garantire i livelli di accuratezza e precisione necessari per la guida command. In linea con il secondo assioma si decise si sistemare a terra non soltanto le funzioni di guida, ma anche il comando di scoppio (fuzing), considerato che l’accuratezza del sistema era sufficiente a garantire una detonazione sul bersaglio molto precisa (Nel luglio del 1945 non erano ancora disponibili, le informazioni tecniche sui missili tedeschi come il Wasserfall, Enzian, Rheintochter o lo Scmetterling). Dopo aver considerato lo stato dell’arte e indagato sui possibili sistemi di propulsione e di guida, gli scienziati della BTL, conclusero con una succinta raccomandazione: “Un missile supersonico dovrebbe essere lanciato verticalmente  attraverso la spinta fornita da un booster a combustibile solido da sganciarsi all’esaurimento della spinta; poi, propulso da un motore a combustibile liquido, il missile dovrebbe essere guidato verso un punto determinato di scoppio e fatto detonare da un sistema di controllo a distanza; Questi comandi, calcolati da un computer a terra associato a radars di inseguimento del missile e del bersaglio, dovrebbero essere trasmessi via radio”. Un sistema molto complesso, la cui realizzazione avrebbe richiesti grandi investimenti, la risoluzione di numerosi e complessi problemi tecnici, la progettazione, la costruzione e la sperimentazione di innumerevoli veicoli sperimentali, l’integrazione e la combinazione di numerosi componenti in un sistema operativo automatico e finalmente, la verifica finale del progetto. L’inizio della fase di sviluppo fu approvata il 13 settembre 1945 dal Ordnance Technical Committee per un sistema missilistico autopropulso completo  di appropriati sistemi di controllo e di lancio, da impiegare contro bersagli volanti ad alta velocità. Siccome, per l’epoca, non era possibile stabilire le caratteristiche di dettaglio, l’Antiaicraft Artillery Board indicò che le specifiche richieste per il progetto avrebbero dovuto essere considerate come “desiderabili ma non restrittive”. Di conseguenza le desiderate vennero accettate come linea guida del progetto iniziale da sottoporre a revisione durante lo sviluppo dello stesso. Su queste premesse il contratto della Western Electric fu emendato il 21 settembre 1945 per 4.895.450 dollari che includeva  la ricerca, il progetto, lo sviluppo e i lavori ingegneristici necessari a produrre un appropriato sistema missilistico completo degli accessori necessari e dei relativi equipaggiamenti di lancio. BTL organizzò la fase di ricerca e sviluppo (R&D) integrando le competenze e le capacità di diverse aziende industriali. La Douglas Aircraft Company (DAC), già attiva durante la guerra nel campo dei missili guidati, accettò il subappalto per gli studi di aerodinamica, per la progettazione e la realizzazione  del missile e dei componenti di lancio, per la conduzione delle sperimentazioni al poligono. A sua volta la DAC subappaltò alla Aerojet Engineering Corporation la fornitura del motore a propellente liquido e del booster a propellente solido. Il Jet Propulsion Laboratory (JPL) del California Institute of Technology acconsentì ad agire come consulente sui sistemi di propulsione per la DAC e Aerojet. La BTL, si riservò, come ambito di lavoro proprio, il progetto e la costruzione dei radar e del computer, e lo sviluppo del sistema di guida e del sistema di controllo del missile. Oltre agli studi per la determinazione del miglior sistema per la detonazione della carica esplosiva in collaborazione con il Ballistic Research Laboratory  (BRL), BTL mantenne le prerogative e la responsabilità per tutte le maggiori questioni tecniche. La responsabilità per lo sviluppo di una testa di guerra ad alta frammentazione fu assegnata al Picatinny Arsenal, mentre il Frankford Arsenal e la Diamond Fuse Laboratory  ebbero l’incarico per i dispositivi di armamento e sicurezza. Parti del Booster furono sviluppate da Allegany Ballistics Laboratory sotto contratto con l’ufficio esplosivi di US Navy, come l’involucro metallico, l’ugello, gli iniziatori,ecc. Altre parti come gli impennaggi (fin), le strutture di sostegno,ecc. furono sviluppate dal un team composito BTL-DAC. Il Corpo del Genio dell’esercito fu incaricato per la progettazione dei siti e delle strutture di lancio, i motogeneratori, i convertitori di corrente e i compressori.  Il Signal Corps fu incaricato di provvedere alle batterie e ai carica batterie, così come ai sistemi di comunicazione. Redstone Arsenal fu incaricato del progetto del sistema di imballaggio e di trasporto. Dall’inizio del progetto fino all’agosto del 1951, il programma fu diretto, coordinato e supervisionato dal Rocket Branch of the Office, Chief of Ordnance. Dal 16 agosto 1951 la responsabilità per la conduzione del programma Nike fu trasferita a Redstone Arsenal (Alabama). In generale la responsabilità trasferita al Redstone Arsenal riguardava la sorveglianza, il coordinamento e la conduzione degli aspetti tecnici del progetto. In capo al Settore Missili (Rocket Branch, O.C.0.), rimase  la responsabilità per la direzione generale in decisioni come la policy, le finalità, gli obiettivi del progetto, le grandi modifiche al piano iniziale, al rendimento e alle operazioni del missile. Nel febbraio del 1953 Redstone Arsenal assunse la responsabilità aggiuntiva di mantenere stretti contatti tecnici con gli enti governativi impegnati nello sviluppo del progetto Nike. La fase R&D (Research and Development, Ricerca e Sviluppo) fu condotta attraverso una attenta pianificazione e programmazione, che una o due volte all’anno fu sottoposta a revisione nel corso di apposite conferenze congiunte. I rappresentanti del settore munizionamento esercitarono una costante supervisione sull’andamento del progetto per assicurare il mantenimento di traguardi realistici a fronte dei più recenti requisiti tattici, per assicurare la cooperazione tra i centri di ricerca governativi e le strutture sperimentali, e che quest’ultime fossero impiegate al massimo grado. Per essere certi di raggiungere per tempo lo scopo di verificare la fattibilità di impiego pratico del sistema di guida Command  per i sistemi missilistici antiaerei, fin dall’inizio fu adottata una metodologia di base basata su procedure. Sebbene il sistema sperimentale su cui condurre i test avrebbe dovuto essere pienamente operativo e possedere al massimo grado le caratteristiche e il rendimento della versione definitiva, tuttavia non necessariamente doveva essere dotato di tutti gli elementi pratici richiesti al sistema d’arma finale. Di conseguenza fu concordato che gli apparati sperimentali avrebbero potuto anche avere aspetti costruttivi e cablaggi complicati tali da richiedere un supporto tecnico qualificato, potevano essere impiegati prototipi o tecniche di costruzione su modelli e si poteva prescindere dagli aspetti relativi alle quantità produttive. Come già detto in precedenza, il progetto doveva però essere basato su congegni ed apparati, metodi e tecniche sperimentate, cercando di ridurre al minimo possibile quelli non testati o nuovi. Fu inoltre deciso di misurare qualsiasi cosa necessaria per tenere sotto controllo il raggiungimento delle prestazioni attese, anche se questo poteva significare dover ricorrere a speciali strumentazioni o perfino, di doverle progettare e costruire. Da questo metodo e da queste procedure scaturirono molti benefici. In molte occasioni, le registrazioni strumentali o fotografiche evidenziarono fenomeni insospettati o fornirono spunti sul malfunzionamento del missile, che non sarebbe stato possibile prevedere in altro modo. Particolarmente significativo fu il settore del volo supersonico del missile. Qui, con le prove di lancio reale, fu possibile raccogliere molte nuove informazioni, non solo quelle destinate a confermare le prove nella galleria del vento, ma anche altre destinate a coprire vuoti di conoscenza nei settori della partenza, della spinta, e delle caratteristiche di controllo. Nel corso dei voli sperimentali furono raccolte molte altre notizie utili sulla stabilità del missile, della fase di spinta, dell’aggangio radar e del sistema di guida e detonazione. La fase R&D si protrasse per circa sette anni nel corso della quale fu creata un arma sperimentale completamente operativa denominata sistema “NIKE R&D”. Era composta dai componenti essenziali di un sistema tattico realistico, di cui la prima espressione pratica fu messa in campo, con il nome di Nike I, quando, verso la fine della fase R&D, fu posto alla sperimentazione dei clienti e all’addestramento operativo degli equipaggi. La storia di questo sistema d’arma, descritta in seguito, e cioè come si passò, attraverso una serie di fasi, da un’idea progettuale ad un sistema completamente sperimentato e pronto per la dimostrazione nel tardo 1951, è stata messa, per quanto possibile, in una sequenza cronologica. Per una più semplice referenzialità, le fasi sono state divise in anni calendariali anche se la fine di una fase non sempre coincide con l’anno solare. Occorre inoltre tener conto che molti aspetti delle varie fasi non sono terminati con le stesse ma si sono protratte nel tempo accavallandosi con eventi relativi a fasi successive.

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